Nel capoluogo ligure l'uomo resta da giovedì a giovesì, otto giorni nei quali anche la suocera riesce a perdere di vista la vista che si inventa scuse (mal di testa, visite mediche, l'amica, la madre e lo shopping, il dentista...) con tutti ed esce continuamente da sola di casa, rientrando tardi. Mentra la mamma l'aspetta, intenzionata a chiederle ragione di tutto, rientra anche l'avvocato dalla sua trasferta di lavoro a Genova. A questo punto si svelano tutti i misteri, non senza risate a non finire e applausi a scena aperta del pubblico. Tutto sommato un lavoro divertente, condotto ed esaltato da una bravissima Rita Papa che, con il suo personaggio, va oltre alcune battute scontate, dicendo, o meglio, facendo intendere, molto altro sul suo essere stata moglie (e anche amante) prima che madre e suocera. Si porta sulle spalle il peso di tutta la brillantezza della comedia che condivide con un bravo cameriere (Alessio Petrini) divertente e con una calzante espressione dialettale che non è mai venuto meno, considerato anche il ruolo sociale e il periodo in cui è stata scritta la commedia. Divertente nel rappresentare la cattiva voglia di prendersi rimproveri, di subire le ire dei "padroni" o di assumersi compiti "rischiosi" come lo svegliare l'avvocato che per una notte ha dormito sul divano e non sembra affatto intenzionato a voler dare inizio alla propria giornata. Accurati i costumi, soprattutto la "mise" della suocera. Inguardabile l'avvocato in accappatoio e calzettoni a quadri!
Cristiana Carnevali