L'estasi, come ex-stasis, "essere fuori", è uno stato psichico di sospensione ed elevazione mistica al di fuori del proprio corpo, ecco perché "uscire fuori di sé". Secondo il filosofo Plotino era un percorso in salita verso la trascendenza. Forse proprio per questo tutte le estasi più conosciute e più ritratte avvengono in volo. Ma nell'arte, così come nella vita c'è anche l'abbandono sessuale, l'alterazione delle sostanze stupefacenti, la contemplazione ascetica... E non si tratta certo di scoperte recenti, ma di stati mentali noti fin dall'antichità.
Di estasi ha parlato la dott.ssa Daniela Paolini nella quarta ed ultima serata a Villa Nappi del ciclo di conferenze a tema sull'arte. Un'estasi omnicomprensiva e accattivante, ma anche capace di turbare nel suo essere totalmente estraniante. Dalle sacerdotesse rese "visionarie" dallo zolfo e dall'uso di sostanze psicotrope (la Sibilla Cumana e la Pizia, sacerdotessa di Apollo) alle famose Menadi, o Baccanti, donne praticanti riti, legati prevalentemente al dio Dioniso, che procuravano stati di trance, nel corso dei quali ballavano in modo frenetico, uccidevano animali a mani nude e magari li mangiavano pure, così, semivivi. Ne riporta infiniti esempi l'arte, così come riporta fino ai nostri giorni infinite rappresentazioni dell'estasi religiosa dei Santi, illuminazioni che giungono direttamente da Dio e a lui riconducono, essenzialmente doni divini resi possibili con l'intercessione dello Spirito Santo che permette agli uomini di andare al di là dei propri limiti. Ma è proprio la presenza del divino che crea lo stato, poi rappresentato nell'arte, di una beatitudine assoluta, in uno stato di totale abbandono. Lo stesso abbandono che si trova anche nell'estasi sessuale che in molti hanno tentato di fissare su tela, rappresentandola ugualmente con occhi e bocche semichiusi, totale abbandono del corpo, quasi una spossatezza beata.
In qualsiasi caso uno stato di grazia... sarà forse per questo che con un tentativo di descrizione dell'estasi Dante Alighieri ha chiuso la sua Divina Commedia, proprio un attimo prima di scrivere: "l'amor che move il sole e l'altre stelle"...
Cristiana Carnevali