"Da Faber a Gaber" è il titolo dello spettacolo che ha portato ad Agugliano, con l'organizzazione perfetta dell'Associazione La Guglia che ha chiuso così in bellezza e di sicuro alla grande la sua storia, dopo quasi venti anni di attività ad altissimi livelli, ma scarsamente compresa dal territorio. E proprio il concerto è stato un incontro in musica, ma soprattutto un continuo passare da un personaggio all'altro, da Faber (come è sempre stato chiamato De Andrè, da quando questo nomignolo gli fu "coniato addosso" da Paolo Villaggio a causa del suo amore per le matite della Faber-Castell) a Gaber, proponendo le canzoni maggiormente significative e quasi mettendole a confronto su temi specifici: la libertà, l'amore, la diversità, l'intolleranza...
Probabilmente il fatto di lavorare insieme da tempo o forse anche il loro carattere giocoso, sempre pronti a divertirsi e a farlo con la musica ad altissimi livelli, ha evidenziato un affiatamento e un accordo incredibile e coinvolgente, che non ha mancato di attirare fortemente l'attenzione del pubblico del teatro Ariston, particolarmente soddisfatto di questa serata di metà settimana da poter ricordare, quasi come quei momenti che restano fissi nella mente, accompagnati dalla più classica delle espressioni: "Io c'ero!".
Già io c'ero, così come era schierato tutto il direttivo de "La Guglia", non senza un filo di emozione per la consapevolezza che questi momenti di condivisioni non saranno più possibili per la chiusura dell'associazione. E sul filo delle emozioni, già dal pomeriggio se ne sono registrate parecchie! Per esempio facendo incontrare a Neri Marcoré un commilitone di Gubbio che non incontrava da oltre trent'anni, ovvero dai tempi del servizio militare! E sono state emozioni anche quei sorrisi che Marcorè indirizzava dal palco, mentre cantava, a due persone speciali che sedevano in prima fila a teatro, la sua mamma e sua figlia Arianna. Un grande amore mostrato con gli occhi, ma sempre con la timidezza e la riservatezza che lo contraddistinguono e fanno di lui un gran signore, ma che in pochi hanno evidenziato, forse perché ormai siamo scarsamente abituati a caratteristiche così poco "umane" in questa società di oggi!
Cristiana Carnevali