A tracciare un bilancio dell'incontro pubblico sulle vaccinazioni dell'infanzia che si è svolto venerdì 3 febbraio a Polverigi, si dovrebbe parlare di "rispetto". Perché alla fine è tutto riconducibile a questo: rispetto per se stessi, rispetto per gli altri (siano essi figli o persone con cui si interagisce ogni giorno e che potrebbero pagare per la nostra superficialità), rispetto per le indicazioni sanitarie, rispetto per la sanità pubblica (anche in termini di spesa, visto che anche qui la regola "prevenire è meglio che curare", corrisponde a un sacco di soldi risparmiati, denaro dei contribuenti, ovviamente, trattandosi di sanità pubblica). E se qualcuno ha ribadito che i vaccini sono stati le vittime del loro stesso successo, si può capire che non siamo poi così distanti dalla realtà: in Italia, grazie alle vaccinazioni, molte malattie sono state debellate e questo ha determinato la superficialità nel non proseguire in questa buona pratica, considerando il fatto che qui non esistono più... Ma si sono fatti, come si dice, i conti senza l'oste: di questi tempi, tra immigrazione e frontiere aperte, non è poi così salutare pensarlo ancora. Ha spiegato il prof. Andrea Giacometti, direttore della Clinica Malattie Infettive degli Ospedali Riuniti di Ancona che si pensava che il percorso della poliomielite fosse lo stesso del vaiolo, cioè con una destinazione finale che avrebbe determinato la sua sparizione totale dalla faccia della terra. C'erano ancora soltanto tre Paesi dove si verificavano alcuni casi di questa malattia, tre Paesi che oggi sono diventati otto. "E se smettiamo di vaccinare i bambini - ha dichiarato il prof. Giacometti - si aggiungerà anche l'Italia, perché il virus è già qui, lo hanno rinvenuto anche a Napoli".
Interessante l'aspetto medico, preoccupante, però, il quadro della situazione. E ogni aspetto è stato sviscerato nel corso dell'incontro "Le vaccinazioni dell'infanzia: dalla fantasia alla realtà", appuntamento promosso dall'Unione dei Comuni "Terra dei Castelli" presso la sala consiliare del Comune di Polverigi. Dopo il saluto del sindaco e presidente dell'Unione, Daniele Carnevali, l'on. Piergiorgio Carrescia, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo e il primo firmatario della proposta di legge regionale, Gianluca Busilacchi, si sono occupati dell'aspetto politico e legislativo, in un momento in cui in Parlamento è stata adottata una Risoluzione, c'è un accordo sostanziale tra Stato e Regioni per una legge nazionale che metta in evidenza le linee guida che poi saranno applicate attraverso leggi regionali e un ritorno verso l'obbligatorietà delle vaccinazioni, anche per proteggere i cittadini dall'eventualità di sviluppi di nuovi rischi e di nuovi focolai di malattie invalidanti e/o mortali.
Nelle Marche l'attuale copertura delle vaccinazioni è in media del 92%, ma con scostamenti importanti, soprattutto nell'ultimo anno, anche del 15% ed è il territorio della provincia di Pesaro Urbino a registrare il maggior calo.
"Ci auguriamo - ha detto il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo - che la proposta di legge delle Marche, attualmente in Commissione, possa andare presto al voto in aula. Soprattutto mi auguro che una proposta così importante per la salute pubblica possa essere condivisa da tutti".
Il prof. Andrea Giacometti si è rivolto direttamente ai presenti tra il pubblico, chiedendo chi fosse contrario ai vaccini. Nessuno ha alzato la mano, pur se i dubbi sicuramente ci sono.
"Non c'è nulla da temere, vi capisco - ha affermato il direttore della Clinica Malattie Infettive - si tratta di dare una medicina a un bambino che sta bene, per una malattia che non c'è più. Ma dobbiamo capire, però, che non c'è più perché noi ci vacciniamo!".
Proprio per questo motivo si può parlare di malattie debellate o sotto controllo. E' quando ci dimentichiamo di farlo (e in questo caso si è rivolto agli adulti) che sorgono i problemi. Per esempio ci sono 5-10 morti ogni anno di tetano e magari solo perché non è stato rinnovato un vaccino fatto tanti anni prima. Ma non vaccinare i bambini solo per scarsa informazione, perché girano un sacco di storie (bufale) costruite ad arte, perché si preferisce nascondere la testa sotto la sabbia, non è la procedura migliore.
"Nessuno scienziato serio - ha dichiarato il prof. Giacometti - è riuscito a dimostrare che esiste una correlazione tra il vaccino e una possibile malattia (come ad esempio l'autismo). Nessuno screening neonatale è possibile per capire se ci sono controindicazioni, d'altronde servirebbe a poco: se si reagisce al vaccino, figuriamoci alla malattia!
L'alluminio presente nei vaccini, inoltre, così fortemente accusato al punto da essere diventato uno dei motivi principali per smettere con la profilassi, non può essere eliminato. Serve ad ampliare gli effetti, a rendere lo stesso vaccino molto più potente, ma non è presente in forma solubile (quella sì che è dannosa, anche se non smettiamo comunque di mangiare il tonno che ne è pieno) e al massimo resta lì, dove è stata fatta la puntura del vaccino".
Interessate all'argomento molte neomamme che con le loro domande hanno cercato di avere risposte per i loro tanti dubbi, perché si sa, la salute è una cosa seria, ma la disinformazione è un problema ancora più serio, soprattutto se ci porta a fare scelte che pagherà il futuro di tutti. Tutto sommato, però, se i vaccini sono considerati una scoperta eccezionale che ha cambiato il volto della storia della medicina, ci sarà un motivo!
Cristiana Carnevali