La conclusione alla fine è stata una soltanto: serve una rivoluzione culturale che possa essere aiutata anche da tanta formazione, sin dalla scuola primaria e per tutte le età. Questo è il risultato di un pomeriggio di confronto ad Agugliano, con un evento in vista del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Alla presenza degli assessori Matteo Ciuffreda e Manuela Paoletti, dell'onorevole marchigiano Pier Giorgio Carrescia, della dott.ssa Marina Ascoli, psicologa e psicoterapeuta dell'associazione IRIS (Istituto di Ricerca Integrata per la Salute), in Biblioteca comunale, donne, ma soprattutto molti uomini, hanno preso parte alla relazione della dott.ssa Ascoli sul tema "Ben-essere e crescita non violenta", partecipando con domande e considerazioni. Tutti d'accordo sul fatto che la nostra società è imbevuta di violenza, sotto molti punti di vista. D'altronde la violenza ha mille facce e c'è anche quella verbale o verbal abuse. Ma sono talmente tante le forme della violenza della nostra società che a volte stentiamo a riconoscerla. Non c'è soltanto la violenza fisica e quella sessuale, ma ci sono le minacce, l'isolamento, il controllo, l'intimidazione, la violenza psicologica, quella verbale, quella che fa leva sulle emozioni e perfino la violenza economica. E proprio perché la violenza ha messo radici su tutto in questa nostra società (pensiamo ai talk show televisivi, alle vicende di cronaca che nascono per sciocchezze, ecc. ecc.), mentre cambia il ruolo della donna, l'uomo si è visto "derubato" del proprio concetto atavico di supremazia. Forse una motivazione può arrivare da questo. Ma si è aggiunta anche l'emulazione, dato che ora le notizie, certe notizie, fanno scalpore e vengono sviscerate fino a renderle note in ogni più intimo particolare, si è aggiunto anche lo sviluppo psichico di un ragazzino che cresce in un ambiente violento, che in casa vede soltanto litigi e schiaffi che volano, si è cercato di dare mille motivazioni diverse che hanno riportato comunque alla stessa conclusione: serve una rivoluzione culturale che può venire soltanto a seguito di una seria azione di formazione. Allo sciorinare di numeri, troppo importanti per essere ignorati, con 14 milioni di donne in Italia che almeno una volta nella vita hanno subito una qualsiasi forma di violenza da parte di un uomo e nella stragrande maggioranza dei casi sempre tra le mura domestiche, allo stesso modo si è parlato di violenza come una spirale da dover interrompere assolutamente, praticando a vari livelli una formazione alla gentilezza, all'esaltazione dei buoni sentimenti che non sono solo femminili! Il modello maschile ha messo al bando la sensibilità, la debolezza, il piangere o la capacità di riconoscere e gestire i sentimenti. Ritornare a insegnare che tutto questo fa parte dell'essere umano, senza differenza di genere, potrebbe essere un altro passo in avanti. Così come la capacità di gestione dei conflitti che fanno parte della vita, altrimenti ogni nostra giornata sarebbe... calma piatta.
"Ben-essere e crescita non violenta - ha affermato la psicologa Marina Ascoli - significa pensare all'oggi, ma anche al domani, poter avere progetti, portare avanti le proprie scelte, i propri desideri. Ben-essere è in primis stare bene con se stessi e quindi con gli altri, in un'ottica di rispetto".
Al termine dell'incontro la scuola di judo di Polverigi ha fornito ai presenti alcuni "Suggerimenti di autodifesa", ribadendo il concetto che piuttosto che perdere la testa, sarebbe un risultato migliore l'evitare, finché possibile, tutti i probabili conflitti, con atteggiamenti di maturità e consapevolezza.
Cristiana Carnevali
foto Maria Anna Mastrodonato