Cristiana Carnevali
Chi di noi non si è raccomandato mai, almeno una volta, a un santo, di qualsiasi genere fosse, per ottenere il cosiddetto miracolo, o la grazia che tanto anelava? E non si sta parlando di cose di vitale importanza, perché spesso e volentieri il ricorrere alle preghiere è per ottenere un alleggerimento della nostra vita, un togliersi quel peso che ci fa camminare in salita... E chi di noi non si è mai chiesto "come funziona" lassù, che aria tira, come si incontrano, come comunicano, che fanno...? Raccogliendo queste caratteristiche "da umani", Fabio Macedoni, che con la penna ci sa fare, ha scritto un testo divertentissimo, in dialetto maceratese, ambientandolo in un'atmosfera bucolica, a casa di due contadini che hanno il loro bel da fare con il raccomandarsi a Sant'Antonio e Sant'Isidoro. Tutto questo è "Rengrazzienno Ddio", una commedia in due atti davvero divertente della Compagnia teatrale "Fabiano Valenti" di Treia (MC), andata in scena al teatro Ariston di Agugliano per l'apertura della consueta rassegna di teatro d'inverno organizzata dall'Associazione La Guglia. Primo di tre appuntamenti, quello di Fabio Macedoni è stato un avvio decisamente fortunato, con un pubblico delle grande occasioni, non scontato in una domenica di pieno Carnevale. Si è trattato di una commedia piena di battute e colpi di scena, uno spaccato del nostro essere, "santi, poeti e navigatori"... ma anche contadini, come tradizione vuole, soprattutto nel territorio dei "granai della Chiesa"! E così, scelto il proprio santo di fiducia, (chi Sant'Isidoro, chi Sant'Antonio), appesa la sua immagine a mo' di altarino su cui mettere anche i fiori freschi e magari pure un cero, nella stanza più frequentata della famiglia, cominciano le "litanie" giornaliere di preghiere (più che altro di richieste quotidiane per ogni necessità della casa e dei suoi abitanti, bestie comprese), vuoi per gli animali da cortile (indispensabili in campagna), vuoi per qualcuno "armasto" e che ha ormai superato, o quasi, i limiti di età da matrimonio... E ci scappa pure un giro in paradiso, novelli Dante e Beatrice, per i due protagonisti principali! Un viaggio che al di là di alcune trovate divertenti sui galli e San Pietro e sul sintonizzarsi (come una radio) sul dialetto preferito... ci ha posto davanti al nostro essere umani, ovvero coloro che chiedono, sempre e di tutto, ma in realtà poche volte si fermano a ringraziare per ciò che hanno, rivolgendosi ai santi anche per una preghiera fine a se stessa e svincolata dalla richiesta di grazia. E poi siccome il sacro si mescola sempre con il profano, in mezzo a tanta venerazione e professione di fede (espressa con i fiori, ma poco con le buone azioni che sarebbero più apprezzate lassù), non può mancare la fattucchiera, ma una alla buona, che si arrangia come può, al punto da sbagliare anche gli oggetti dei personaggi da inserire in una fattura d'amore, rimanendo incastrata senza rimedio. O forse sono stati proprio i santi a metterci del loro, in questa confusione generale? Bravi tutti gli interpreti, indiscutibilmente divertente il testo, una conferma per Francesco Facciolli e Scilla Sticchi, rispettivamente regista e costumista, entrambi ben conosciuti (come del resto lo stesso Macedoni) a chi frequenta il Festival nazionale di Teatro dialettale di Agugliano. Cristiana Carnevali
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AutriciSiamo donne, di Polverigi e intorno al pentolone della marmellata ci divertiamo davvero! Archivio
Luglio 2022
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