Sale ancora il livello, l'intensità, la bravura degli attori e questo fa sempre più pensare alla difficoltà che avrà la giuria nel dover scegliere i migliori, per assegnare il Premio "La Guglia D'Oro 2017". Grande la "Bottega de le Ombre" di Macerata che ha portato sul palco del Festival nazionale del Teatro dialettale di Agugliano la commedia di Gianni Clementi "Ladro di razza". Unica compagnia marchigiana in gara, porta sulla scena tre soli attori: Oreste, ovvero il giovane Alessandro Bruni, Tito alias Sante Latini (anche regista dello spettacolo) e Rachele, nella vita Margherita Caciorgna. Tutto si svolge alla vigilia del rastrellamento degli ebrei dell'ottobre del '43 nel ghetto ebraico di Portico d'Ottavia, nonostante il pagamento ai tedeschi di un "lasciapassare" corrispondente a 50 chili d'oro. In questo sfondo Tito un uomo piccolo, pauroso, opportunista e anche vigliacco, di professione ladro e appena uscito di galera (com'è diversa la Roma che trova fuori da Rebibbia!!!), grazie all'amore di una donna come Rachele, ricca ebrea zitella e acida, ma tutto sommato dal cuore tenero e quindi facilmente raggirabile dal punto di vista dell'amore, si scoprirà coraggioso al punto di riscattarsi.
Appena uscito di galera, Tito va da Oreste, un ragazzo che ha visto crescere e si rifugia nella sua casupola piena di spifferi, anche perché già rincorso dall'usuraio "Atto di dolore", un cravattaro sempre armato, a cui deve 2.500 lire. Alla ricerca di una maniera per trovare la somma necessaria e riscattarsi dal debito, è proprio Oreste che gli dà l'occasione, chiedendogli di consegnare, in sua vece, un registro contabile al socio della fornace dove lavora. Socio che in realtà è una socia ed è proprio Rachele Bises. Tra un bicchierino di rosolio e un dolcetto, Tito riesce a far innamorare di sé Rachele che, se pur sospettosa e abile donna d'affari, dal punto di vista dell'amore è più che altro ingenua e fragile. Tito ha un piano che può essere la risposta giusta a ogni problema economico e di sostentamento e che condivide con l'amico Oreste (convinto a partecipare perché in cerca di denaro per poter sposare la sua fidanzata, dandole una vita dignitosa e diversa rispetto ai sacrifici nella baracca) è quello di dare un sonnifero alla ricca zitella e svuotare la sua casa da soldi e beni preziosi. Ma alle 5.30 del mattino di quel sabato nero, casa per casa i nazisti rastrellano 1.259 persone che condurranno ad Auschwitz. Soltanto 16 sopravviveranno allo sterminio...
Intensa, a tratti divertente, ma comunque e sempre motivo per riflettere su una delle pagine più tristi e nere della nostra storia, la commedia trova negli attori della Compagnia "La Bottega de le Ombre" un modo in più per essere incisiva. Mai una pausa, una caduta, un rigo fuori posto, sempre precisi ed efficaci come lo stesso autore, quel Gianni Clementi che rappresenta lo scrittore contemporaneo più gradito da pubblico e critica proprio per i suoi testi che se pur ripropongono situazioni e argomenti estremamente importanti, lo fanno con una leggerezza e una magia tali da lasciare tutti a bocca aperta. D'altronde anche in questo "Ladro di razza" sono proprio tre personaggi tutto sommato "insignificanti" che diventano la maniera che Clementi sceglie per raccontare la Seconda guerra mondiale in Italia, la fame, la disperazione, la meschinità, ma alla fine anche la prova di orgoglio degli ultimi. A tutto questo si aggiunge una compagnia in gamba e questo è anche il motivo per cui hanno vinto molti premi proprio con questa rappresentazione teatrale. Insomma un livello altissimo per il Festival di Teatro dialettale di Agugliano e la gara è arrivata appena a metà...
Cristiana Carnevali