Cristiana Carnevali
Per un attimo siamo tornati tutti un po' bambini. Sollecitati, abbiamo pensato un po' tutti alle nostre prime esperienze con un libro, soprattutto un libro illustrato! E ora dobbiamo ripensare a come ci siamo innamorati della lettura, per trasmettere esattamente come sono state per noi, la stessa modalità e la stessa passione per i libri ai più piccoli. In questo senso, il secondo appuntamento della rassegna "Parole al Tramonto" organizzato dall'Amministrazione e dalla Biblioteca comunali di Polverigi ha perfettamente centrato l'obiettivo, con una gradita ospite come Alessandra Montali e la sua capacità di raccontare e di scrivere per una varietà di lettori, visto che ha sperimentato tutte le età del pubblico, per così dire, passando da romanzo per adulti a favole per i più piccoli e attraversando anche l'impegnativo mondo dell'adolescenza con due romanzi, uno ecologico per sensibilizzare i giovani sul bene prezioso che è l'acqua, l'altro, un noir, con tutta una storia di amicizia e di valori, ambientato in una vecchia scuola che l'autrice ha rivelato essere proprio la vecchia scuola materna di Polverigi in via Baiana, che ormai non esiste più, ma che è molto presente e molto cara ai ricordi di Alessandra Montali, essendo stata la scuola della sua prima supplenza e, si sa, il primo amore non si scorda mai! Nel pomeriggio all'interno della Chiesa del SS. Sacramento all'interno del parco di Villa Nappi, un'ulteriore sorpresa regalata al pubblico presente, Maria Cristina Veroli, illustratrice, che ha chiuso il cerchio su un complesso discorso legato alla letteratura per i più piccoli. Perché non se ne parla mai, al di fuori di grandi manifestazioni editoriali di promozione, ma la letteratura per bambini e ragazzi ha un'importanza fondamentale e una duplice valenza: l'accrescimento culturale del piccolo lettore e quindi insegnamenti a 360 gradi in termini di conoscenza, morale, rispetto, educazione, eventi, animali, storie, confronti con il mondo, ecc. e l'iniziazione alla lettura, sperando che questa voglia di scoprire e di leggere, soprattutto, lasciando sciolte le briglie della fantasia, non venga mai meno per il resto della vita. Grande attenzione, quindi, alle parole di Alessandra Montali che, essendo insegnante in una scuola elementare, conosce bene questo comparto speciale del suo pubblico di lettori e ha potuto confermare come sia importante il coinvolgimento degli adulti nella scoperta di storie nuove, quel "leggere insieme" che se iniziato in tenerissima età con la più classica storia prima della nanna (invece del carosello o, peggio ancora, della tv - baby sitter, del cellulare, del videogioco o del computer), in cui la voce della mamma e/o del papà, accompagnata dai colori delle belle immagini di un libro, svelano veri e propri mondi ai più piccoli che sono costantemente alla ricerca di novità, scoperte, curiosità e proprio di storie! Dall'altra parte di quei libri ci sono gli autori delle parole e delle immagini, che non possono essere qualunqui. Servono una sensibilità, un amore e una dedizione speciali per riuscire. Leggendo le storie di Alessandra ci si sente come se sparissero dal mondo tutte le cose brutte e anche se ormai siamo adulti, ci crediamo ancora! Se osservi le illustrazioni di Maria Cristina ti rassereni e cominci a sognare. I colori, le forme, le idee, hanno una semplicità e al tempo stesso una complessità uniche. Certo lasciano trasparire tutto l'amore con cui lei diluisce i colori e mettono addosso un piacevole senso di benessere, un sorriso tenero e spontaneo per la coltivatrice di coriandoli che si è inventata o il suo Babbo Natale e il Mago Buonumore o l'arricciaonde... una meraviglia dietro cui perdersi! Formano proprio una bella coppia, queste due, fortunati i bambini che sogneranno con le loro storie e attraverso queste si innamoreranno dei libri!
Cristiana Carnevali
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"L'invenzione della ritrattistica ufficiale tra il '500 e il '600" e "Il ritratto dal romanticismo alla Bella Epoque" sono stati gli argomenti del terzo e quarto incontro, con la dott.ssa Daniela Paolini, del ciclo "L'arte del ritratto... il ritratto nell'arte", curato dall'associazione Ankon Cultura. In pratica si è trattato di tutto un viaggio, diviso in due "puntate" sulla storia del ritratto, dal suo essere stato riportato in auge nell'Umanesimo e soprattutto dal '500 con i fiamminghi e, in Italia, da Antonello da Messina, fino quasi ai giorni nostri. Il ritratto, rispetto a tutta la pittura, ha sempre costituito un filone a sé: fino al Seicento non autonomo, ma su commissione e poi, pur se e quando libero da vincoli, non ha mai avuto lo stesso valore della cosiddetta "pittura di storia", di un dipinto cioè con scene mitologiche religiose, di storia antica. Addirittura nel secondo decennio del 1600, il marchese Giustiniani aveva stilato una sorta di gerarchia dei dipinti, mettendo il ritratto anche dopo la natura morta e il paesaggio. In pratica, probabilmente, tutto è relegato all'idea del "copiare", non del "creare" perché realizzare un ritratto era copiare su tela una faccia, un personaggio che rimaneva in posa per ore. Il ritratto era comunque e lo fu per molti anni, un dipinto per committenza, ovvero un accordo per denaro tra il pittore e... il proprietario della faccia. Proprio per questo motivo doveva essere rappresentato nel pieno della bellezza, del potere, del denaro, attraverso anche dettagli che ne costituiscono i simboli. Le donne ricche, ad esempio, tutte giovani, belle, ingioiellate, vestite di pizzi e broccati, magari anche con mantelli di pellicce pregiate. Ne è un esempio Eleonora da Toledo, moglie di Cosimo de' Medici e ritratta dal Bronzino non con una particolare attenzione ai lineamenti e alla bellezza, ma in uno sfarzo di abiti e gioielli di grande ricercatezza. Se Leonardo, quindi, studiò i tratti che corrispondevano a particolari caratteristiche psicologiche, successivamente i tratti persero di significato, perché erano oggetti e ornamenti ad esprimere ricchezza e prestigio del soggetto. Quindi, come si diceva gioielli, tessuti preziosi, acconciature elaborate, ma anche simboli, spesso derivanti dalla pittura sacra, come il cane che rappresenta da sempre la fedeltà, l'ermellino (incorruttibilità) o i libri (cultura). Questa espressione del potere e della ricchezza accompagnò tutto il barocco e il rococò dell'arte. I migliori artisti erano quelli che sapevano meglio rappresentare ciò che si doveva evinceree ovviamente erano super richiesti: tanto per fare nomi Anthony van Dyck, Rubens, lo spagnolo Diego Velasquez. In Francia, con la potenza delle corti. Ma in costante evoluzione, da questo momento si cominciano a studiare e riprodurre le espressioni facciali: ne furono maestri Gian Lorenzo Bernini e Rembrandt, fino all'intimo rapporto tra forma e colore sviluppato dai pittori neoclassici, David, Gerard, Ingres. Un ritorno all'antico che sente subito di doversi modificare con il romanticismo, movimento dei sentimenti e che quindi doveva ritrovarli, anche fugaci, in un'espressione, indipendentemente dalla bellezza classica. Ne è caposcuola Hayez. Insomma una carrellata di artisti, spesso messi a confronto fra loro, proprio per evidenziare similitudini e differenze, fino ad arrivare agli impressionisti, a Cezanne, Van Gogh, Tolouse Lautrec e l'incredibile Boldini dal cui pennello sono nate immagini quasi fotografiche di donne bellissime per le quali lui sceglieva vestiti e gioielli, pur se privilegiava meglio un bottone a un prezioso. Pur se conclusi gli appuntamenti di Villa Nappi, l'associazione Ankon Cultura ha tenuto a precisare che continuerà a organizzare gite e incontri con conferenze che saranno annunciati sulla pagine Facebook dell'associazione. Cristiana Carnevali Specialità gastronomiche, buon vino (il "Rosa Rosae" di Silvano Strologo ha conquistato tutte con i suoi profumi e sapori, ma anche con il colore e la scelta dell'etichetta), torta mimosa immancabile, spumanti, donne, chiacchiere, allegria, musica... Insieme al prof. Rodolfo Bersaglia, grande mattatore dell'appuntamento, sono stati questi gli elementi fondamentali della festa delle Donne 2017 di Polverigi, come sempre nella splendida cornice di Villa Nappi. L'appuntamento è di quelli che si rinnovano ogni anno, ma ogni anno la connotazione è diversa, pur rimanendo costante e ferma la necessità di ribadire il concetto di umanità globale, senza distinzioni di genere che purtroppo si incontrano, invece, ogni giorno. Come ogni anno la giornata dell'8 Marzo si è aperta con il suggerimento dell'Amministrazione comunale che ha ornato il proprio Palazzo con uno striscione giallo con l'ennesimo spunto di riflessione sull'argomento per tutti i cittadini. Poi tutte le donne si sono date appuntamento, alle 18, al ristorantino sotto Villa Nappi, dove, con l'impegno del Comune e della Pro Loco di Polverigi si è potuto trascorrere del prezioso tempo insieme. E le donne di Polverigi che hanno lavorato per la perfetta riuscita dell'appuntamento, come sempre non si sono smentite, anzi! Sembra quasi che ogni anno tendano a migliorare le loro preparazioni, in uno scambio finale di ricette, pieno di ingredienti e consigli. Un appuntamento non senza divertimento (oltre alle piacevolissime chiacchiere), per onorare il quale è stato chiamato il già citato Rodolfo Bersaglia e il suo monologo "Ancona Horror", dove sono state messe in evidenza le peculiarità, a volte veri e propri difetti, di sicuro aspetti davvero divertenti, degli anconetani, anzi, dei cittadini di Babalonia (da Babalo' - ndr), altrimenti detta Boja Ville. "L'Ankunetah - ha detto Bersaglia - è unico al mondo, ma questo non deve essere un elemento di vanto, anzi". E da qui è stato tutto un fiorire di modi di dire, espressioni uniche e a volte incomprensibili degli abitanti del capoluogo, con tanto di richiesta di conferma per medesime caratteristiche anche nel circondario di Ancona, come è appunto Polverigi (anche se di ex "resident evil" era piena la sala!). A supporto di tante affermazioni le slide estremamente espressive ed esplicite! Da "sta da fiolo" a "i analisi alla Uls", dalla "bocca sbrencia" fino a "Staccia minaccia" per cui i bambini si chiedono chi mai sia questa Staccia, tanto cattiva da costituire un pericolo per i più piccoli! E poi il brand "Berberi" (solo ad Ancona), "Cici e Cocò", "El domo", perché l'Ankunetah non ha una cattedrale, ma solo "el domo", in un crescendo di risate e di conferme! Perché sicuramente "Ancona Horror" è pieno di ironia, ma non si può certo dire che quanto contenuto in questo monologo non sia vero, anche se chi è abituato ad assistere alle lezioni o alle presentazioni dei suoi libri, è rimasto particolarmente sorpreso da questa ennesima sfaccettatura del personaggio Bersaglia. Cristiana Carnevali |
AutriciSiamo donne, di Polverigi e intorno al pentolone della marmellata ci divertiamo davvero! Archivio
Luglio 2022
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