Cristiana Carnevali
Per oltre quaranta minuti ha tenuto con il fiato sospeso una quarantina di donne solitamente ciarliere e felici di ritrovarsi, come ogni anno, nei locali del ristorante di Villa Nappi a Polverigi, per celebrare insieme l'8 marzo, con l'organizzazione dell'Amministrazione comunale. Isabella Carloni, attrice, cantante, performer e molto altro ancora, ha datta sua, oltre la bravura, una voce che ammalia, novella Circe che non trasforma ma incanta con i suoi ritmi, il suo cambio di tono, il suo mettersi a cantare all'improvviso, suono tra suoni... E dalla parte di Circe si ritrova in questa sua performance dedicata alle donne di Polverigi. "La maga e l'eroe", questo il titolo per un racconto semiserio per voce femminile, che ha svelato molto più di quanto si possa pensare in termini di riflessioni, curiosità, ma anche arte e letteratura tra l'Odissea di Omero e i "Dialoghi con Leucò" di Cesare Pavese, per altro uno dei libri preferiti dalla stessa Carloni. E così Circe che trasformava, si trasforma. Verrebbe da dire "per amore di Odisseo", ma forse è in assoluto una "mossa azzardata". Di sicuro da maga (o strega) si trasforma in una donna, semplicemente una donna, una donna con il ventaglio, seducente e vezzosa che racconta la sua esperienza, anche carnale. "L'uomo mortale, Leucò, non ha che questo d'immortale. Il ricorda che porta e il ricordo che lascia"... Un peso a volte intollerabile, quello di non poter avere un amore autentico, di essere una donna come le altre. Struggente, ironica, divertente, curiosa, innamorata, intensa, leggera come una piuma e a tratti peso nello stomaco come un macigno che ti costringe a fare i conti con te stessa, soprattutto quando mette di fronte a debolezze e fragilità. Quello di Isabella Carloni è tutto un giocare con la voce, suadente e seduttiva come Circe, aspra e abruttita dalla "situazione boschiva" come la figlia del re dei Troll, curiosa e "caciarona" nella versione dialettale marchigiana della maga, alle prese "con il suo maiale", non senza tralasciare l'arte, la Madonna con il pancione di Piero della Francesca (la Madonna del Parto), le espressioni di femminilità e la magia di alcuni suoni vocali che ha offerto con potenza al pubblico presente, passando dal fascino di una voce dolcissima a quello seduttivo che ammalia gli uomini, fino alla voce delle sirene per cui è necessario legarsi all'albero della nave per non cedere o, in alternativa ai tappi di cera e ne seppero qualcosa Ulisse e i suoi. Tutto, tra citazioni, ricordi, esperienze, riflessioni e alla fine applausi, tanti, scroscianti. Dalle donne a una donna unica e bravissima, di sicuro un bell'incontro per la consueta celebrazione nella quale, come sempre, le donne di Polverigi (almeno quelle più brave in cucina) si sono superate con torte salate, verdure grigliate, stuzzicherie, insalate particolarissime e dolci, con la pizza di formaggio di Giuliana come sempre sugli scudi!
Cristiana Carnevali
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AutriciSiamo donne, di Polverigi e intorno al pentolone della marmellata ci divertiamo davvero! Archivio
Luglio 2022
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