Donare gli organi è sicuramente un gesto che mette in evidenza valori di altruismo, fratellanza, generosità e amore. Il momento in cui, però, un familiare deve decidere per il prelievo di organi è di grande dolore e sicuramente il meno adatto per ragionare con serenità e soprattutto mettendo in gioco il cuore. Tutto diverso se (come succederà con il progetto al quale ha aderito Polverigi) la persona in causa ha già espresso il suo volere. Perché è triste pensare a una lista di attesa di 9.026 persone in Italia (6.793 in attesa di un rene che possa migliorare la qualità della loro vita, ma 1.030 in attesa di un fegato, in questo caso salvavita, perché non ci sono alternative in questo ambito, 748 in attesa di un cuore, 348 di un trapianto di polmone, 251 di pancreas e 12 di intestino). Ed è ancora più triste, scendendo nel piccolo delle Marche, scoprire che, pur con grandi numeri che in rapporto alla popolazione ci portano tra le prime regioni italiane, lo scorso anno su 70 accertamenti di morte cerebrale (indispensabile per legge e che avviene, non a cuor leggero, ma con una lunga procedura di esami - tre elettroencefalogrammi che devono risultare piatti - e una commissione medica di controllo), sono state ben 19 le opposizioni dei parenti e solo 38 i donatori di organi e tessuti effettivi. Probabilmente se le persone avessero espresso chiaramente la loro volontà preventivamente, sarebbe stato possibile soddisfare il loro ultimo desiderio di salvare un'altra vita umana. Nella nostra regione siamo abbastanza recenti alle esperienze di trapianto: il primo trapianto è del 2005 (ultima regione in Italia) e non si effettuano trapianti di cuore o di polmone, ma soltanto di fegato e rene. Fin qui sono stati 800 i trapianti effettuati e si tratta per lo più di marchigiani, anche se nelle nostre liste di attesa ci sono anche cittadini delle regioni vicine.
Il progetto "Una scelta in Comune" sta dando una mano per la dichiarazione della propria volontà di donare i propri organi e i risultati non mancano. In pratica il personale dell'ufficio anagrafe chiederà, in sede di rinnovo del documento di identità, di esprimere questa volontà o l'opposizione, compilando e firmando un foglio. L'indicazione non verrà scritta sulla carta, ma sarà inviata direttamente al SIT, entrando direttamente nel database. Se e nell'eventualità ci si ritrovi in caso di accertamento di morte cerebrale, i medici hanno già tutto dichiarato, sollevando al contempo i familiari dal prendere una decisione così difficile e dolorosa. Anzi, esperienze riportate dal dott. Moschini parlano di un senso di sollievo, pur nel dolore, nell'apprendere che un organo o un pezzetto di tessuto del congiunto defunto possa ancora vivere in un altro umano. Attualmente sono poco più di due milioni le dichiarazioni di assenso degli italiani, ma si confida in una crescita importante nei prossimi anni, dal momento che con il patto di stabilità è stato posto l'obbligo a tutti i Comuni di aderire. Per chi volesse saperne di più anche sul progetto "Una scelta in Comune", è a disposizione un sito www.trapianti.salute.gov.it.
Cristiana Carnevali