L’occasione di “Insieme nella rete senza paura” è stata buona anche per la presentazione ufficiale, da parte dell’assessore competente, Massimo Vaccarini, di “WiFi@Polverigi”, servizio sviluppato con il finanziamento del progetto regionale Smart WiFi Marche, sempre attivo in piazza Umberto I e nel parco di Villa Nappi. Dopo opportuna registrazione, si può navigare gratuitamente a 10 Mbps, per un’ora e mezzo al giorno e fino a un massimo di 750 Mb. Si può comunque navigare all’interno del portale del Comune anche senza registrazione e avere tutte le informazioni turistiche (e non solo turistiche) necessarie.
Gli stessi esponenti della Polizia Postale, Walter Sebastianelli e Giovanni Bonomo, si sono congratulati con l’amministrazione comunale per il progetto così avanzato e si sono quindi preoccupati di spiegare in che cosa consiste il loro lavoro e come sono distribuiti ai vari incarichi, perché gli aspetti da tenere sotto controllo sono veramente moltissimi. Intanto possono essere incaricati di cercare la prova informatica di un reato e sono in grado di entrare in un computer anche se è spento e anche se tutto ciò che conteneva è stato cancellato; monitorano i social networks e si occupano di prevenzione dei reati; si occupano di e.commerce e sono in grado di risalire all’eventuale truffatore, anche se molto spesso non possono recuperare i soldi; si occupano anche di pedo-pornografia, visto che Internet è il mezzo più veloce e facile da utilizzare per raggiungere i ragazzini (fortunatamente nelle Marche il fenomeno è abbastanza limitato e si fa molta prevenzione); stanno dietro agli accessi abusivi, ai virus, ai ladri di carte di credito; devono costantemente aggiornare le proprie conoscenze informatiche e preoccuparsi di tenersi al passo con i tempi, visto che attualmente una buona parte degli attacchi informatici arrivano dall’estero e finché si tratta di Europa, la legislazione è ancora favorevole, ma oltre il territorio UE nascono molti problemi per situazioni che o non vengono considerate reato o vengono trattate diversamente; si prestano alla formazione dei giovani, per prevenire il loro incappare ingenuo in un mare di problemi più o meno seri, perché spesso una goliardata può sfociare in una serie di denunce gravi che non si esauriscono con una lavata di capo…
D’altronde lo sappiamo tutti cosa succede, ad esempio nei social. Se Twitter è un po’ più limitato a causa dello spazio ridotto e Linkedin è una rete più che altro professionale, Facebook è una specie di piazza virtuale, dove tutti si fanno gli affari di tutti, pubblicano foto, raccontano le proprie verità e si dovrebbe fare maggiore attenzione sui propri comportamenti. Per esempio: la famiglia Brambilla che va in vacanza dovrebbe evitare il selfie sulla porta di casa o direttamente dentro la macchina carica di bagagli, perché se poi al ritorno si trova la casa svuotata è anche perché ha segnalato un “vuoto di controllo”, causa assenza, ai soliti ignoti… I ragazzi che si rimpallano la foto di un compagno/a di scuola o di squadra sotto la doccia o comunque in atteggiamenti privati, non pensano di fare qualcosa di male, a parte la solita presa in giro che scatena risate collettive, ma finisce lì. Invece potrebbero finire sotto accusa per produzione e divulgazione di materiale pedo-pornografico. E se la Polizia Postale riceve una segnalazione di questo tipo, non può assolutamente far finta di nulla solo perché sono ragazzi che hanno fatto una cavolata. Sarebbe bene quindi prestare maggiore attenzione e controllare in casa i nostri figli, cercando di far capire loro che i rischi sono alti.
Sorvolando su tutto ciò che riguarda Facebook, al quale abbiamo concesso di diventare proprietario delle nostre produzioni in termini di foto e tutto il resto, sorvolando sulla capacità di Facebook di far soldi con i nostri “mi piace” e con la vendita dei nostri dati, perché costituiamo tutti un database ricchissimo e che fa diventare straricchi coloro che lo vendono, tra pubblicità e dati, al fine di essere raggiunti via mail o via telefono, se siamo così spiati “legalmente”, figuriamoci che cosa succede illegalmente!
La Polizia Postale suggerisce di fare attenzione con gli acquisti, perché è vero che si possono fare buoni affari, ma è anche vero che fidarsi troppo di tutti non è l’atteggiamento giusto, anzi. Di fronte ai prezzi stracciati si dovrebbe sentire puzza di bruciato… soprattutto se vengono chiesti anticipi importanti a fronte di niente… e da perfetti sconosciuti! Nella vita di tutti i giorni, lontano dal computer, adottiamo lo stesso atteggiamento credulone? Le truffe sono certamente congegnate benissimo, organizzate da veri e propri “principi del male”, ma certo essere un pochino più accorti non guasterebbe.
Gli attacchi informatici, poi, sono all’ordine del giorno e non sono controllabili e soprattutto non sono risolvibili e ai ricatti a cui veniamo sottoposti non c’è rimedio. Questo certo non significa che si deve assecondare la truffa. E’ necessario fare attenzione anche al fenomeno del fishing, quello con cui, attraverso diversi escamotage, ci carpiscono i dati di accesso a una carta di credito. In Italia c’è molta paura di utilizzare la carta di credito on line, per timore che possa essere clonata. In realtà tutto ciò che avviene illegalmente con la nostra carta ci viene rimborsato e alla fine è peggio rischiare di prendersi una banconota falsa da 50 euro che nessuno mai ci rimborserà! Attualmente la clonazione è pressoché impossibile perché i POS sono fatti meglio e anche gli sportelli bancomat sono più sicuri, per cui, i pagamenti elettronici risultano essere la modalità più sicura, soprattutto perché sono rimborsabili. Stesso dicasi per l’home banking che va utilizzato in un ambiente sicuro e protetto e cioè con il computer di casa che ha sistema operativo e antivirus aggiornati. Certo è importante fare attenzione ai siti dove si naviga che possono essere portatori di virus di vario genere (il protocollo https è già un buon segnale di maggiore sicurezza), ma è anche importante essere un pochino più “scafati”: il file “le mie password.txt” è meglio dimenticarselo, piuttosto che lasciarlo in bella mostra sul desktop! Quello che è comunque fondamentale è aiutare i più giovani nell’uso delle nuove tecnologie che poi tanto nuove non sono più. I ragazzi vanno responsabilizzati e i genitori devono sapere qual è l’uso che i figli fanno di internet. Non serve far finta di niente, perché i rischi che si corrono sono moltissimi, soprattutto per i minori. Nel frattempo, comunque la prevenzione della Polizia Postale è efficace: incontrano gli studenti nelle scuole e in incontri pubblici come quello di Polverigi (nella speranza che altrove i cittadini capiscano l'importanza dell'informazione) e soprattutto rispondono a qualsiasi mail ricevano. Basta connettersi al sito www.poliziadistato.it.
Cristiana Carnevali