Forse il compito più semplice è stato quello della giuria popolare che, sera dopo sera, ha avuto la possibilità di esprimere un voto, dal 6 al 10, per dichiarare il proprio gradimento su quanto visto in palcoscenico, scegliendo senza vincoli nella propria valutazione, magari con tutti dieci o tutti sei, secondo il proprio giudizio. Un po' più difficile il compito della giuria dei giovani, chiamata a esprimere un punto di vista proiettato verso il futuro. Difficilissimo, invece, il lavoro della giuria di esperti, per la quale è stato complesso scegliere tra sei lavori interessanti, ben interpretati e convincenti nei temi trattati e nelle scelte di scena e tra attori e attrici di ottimo livello. Alla fine, per la prima volta nella storia del Festival nazionale del Teatro dialettale di Agugliano, si è verificato un ex-aequo e proprio per il Premio "La Guglia D'Oro", vinto quest'anno da "Filumena" della compagnia "Imprevisti e Probabilità" di Formia (LT) e da "Zozò" della compagnia "L'Armonia" di Trieste, già vincitrice dello scorso anno e che è tornata a confermare la validità dei propri lavori e di regista e attori.
La bellissima "Filumena" si è aggiudicata anche il premio per la migliore regia, a Raffaele Furno, grazie alle sue visioni simboliche che ha messo in scena tra ring, gabbie, vicoli stretti, trasformando la storia della Marturano in un incontro di boxe, un percorso a ostacoli, fino alla totale liberazione del matrimonio; e il premio per la migliore attrice protagonista a Soledad Agresti, indimenticabile e intensa Filumena.
Ha fatto il pieno di premi anche "Ladro di razza", commedia di Gianni Clementi portata in scena dalla compagnia maceratese "La Bottega de le Ombre", opera scelta per la migliore scenografia, sicuramente funzionale nella divisione dello spazio del palcoscenico in due ambienti perfettamente caratterizzati da pochi, ma appropriati oggetti; per il miglior attore protagonista, perché Sante Latini, con le sue grandi doti sceniche, la mimica e la padronanza del palcoscenico, si è subito presentato come... attore di razza; per il miglior attore non protagonista ad Alessandro Bruni, giovane attore capace di fare da spalla al protagonista, appoggiandolo e supportandolo; per la migliore attrice non protagonista a Margherita Caciorgna, capace di mostrare, anche fisicamente e con i tratti del viso, la trasformazione di una donna d'affari, arcigna e diffidente, in una donna innamorata, solare e fiduciosa.
Il premio per il migliore attore caratterista è andato a Sandro Calabresi, lo splendido clandestino bielorusso Milan di "Ben Hur" della compagnia "La bottega dei RebArdò", per aver dato vita a un veritiero extracomunitario madrelingua russo, sia nella gestualità che nelle espressioni verbali, rendendo in modo pressoché perfetto la profonda umanità e drammaticità del ruolo mescolandole a venature di comicità.
Il premio per la migliore attrice caratterista è andato, invece, a Nadia Dal Sala della compagnia "Teatro delle Lune" di Montebelluna (TV), con la commedia "Il marito di mio figlio" (che si è aggiudicata anche il premio della giuria dei giovani come migliore attrice promettente) che ha interpretato egregiamente la cameriera svampita e sciocchina, animata però di buoni sentimenti che le consentono alla fine di risolvere la situazione fino al lieto fine. La commedia "Il marito di mio figlio" si è aggiudicata anche il premio della giuria popolare.
Il premio per il migliore attore promettente, da parte della giuria dei giovani è andato a Ugo Fonti il Riccardo di "Filumena", opera che si è aggiudicata anche il premio Giovani a teatro.
Premio speciale della giuria alla compagnia "Chiamata alle Arti" con "Mia famiglia" per il tema trattato estremamente di attualità, quasi una fotografia dei tempi con tutti i problemi che si vivono oggi nella disgregazione del nucleo familiare.
Al termine della cerimonia di premiazione, dopo le foto di rito, l'esilarante spettacolo di Gabriele Cirilli (di cui si parlerà a parte)!
Cristiana Carnevali